Concerto per due violini in re minore

BWV1043

Se i concerti per due (o più) violini erano una specialità di Vivaldi, il BWV1043 rappresenta un’eccezione notevole nel catalogo di Bach. Con il gioco di rimpalli fra due solisti, il ‘Vivace’ iniziale è un variopinto condensato di energia, spinto da un tema dinamico segnato dalle infinite possibilità dello stile di fuga. Nel finale, invece, motivi serrati dall’analoga forza propulsiva si dispiegano a raffica con estrema precisione. Tra questi due momenti, caratterizzati dall’impeto del Re minore, si presenta la quiete del movimento più amato, il ‘Largo ma non tanto’ sulla placida tonalità maggiore. Sopra un tremolante ritmo lungo-breve, affiancato da un accompagnamento discreto, il violino solo innesca uno dei dialoghi più straordinari che il compositore abbia mai prodotto. Nel manoscritto autografo datato circa al 1730, Bach ha redatto anche le due parti soliste, ma il Concerto potrebbe essere stato concepito più di dieci anni prima, probabilmente in forma di sonata per trio, visto che funziona perfettamente anche senza l’aggiunta delle viole. Se il maestro ha composto questo lavoro durante il soggiorno a Köthen (1717-23), è possibile che le sezioni per violino prendano ispirazione da Joseph Spiess e Martin Friedrich Marcus, due brillati violinisti berlinesi reclutati alla corte del principe Leopoldo.

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