Concerto per pianoforte in sol maggiore

M.  83

A soli sette anni, Ravel prese le prime lezioni di pianoforte, lo strumento per cui cominciò a scrivere quando si approcciò alla composizione all’inizio dell’adolescenza e lo stesso di cui approfondì in seguito lo studio al Conservatorio di Parigi: che gli dedicasse un concerto era dunque solo una questione di tempo. Nel 1906, appena trentenne, ne abbozzò uno ispirato a temi baschi, sul quale tornò brevemente a pochi mesi dallo scoppio della Prima guerra mondiale e poi nel 1929, recuperando parte del materiale per il Concerto in Sol maggiore. Aperto da un movimento che rivela l’influenza del jazz e un richiamo a Gershwin, il lavoro intendeva evocare lo spirito di Saint-Saëns e Mozart, esplicitamente omaggiato in una seconda sezione modellata sul ‘Larghetto’ del Quintetto con clarinetto. Durante la creazione della partitura, l’autore accettò da Paul Wittgenstein la commissione del Concerto in Re maggiore per la mano sinistra. Le due opere vennero poi presentate a gennaio del 1932, a meno di due settimane di distanza una dall’altra. Impossibilitato da una salute cagionevole a farsene carico, Ravel cedette a Marguerite Long il ruolo di solista per l’esecuzione inaugurale del Concerto in Sol maggiore alla Salle Pleyel di Parigi, tenendo invece per sé la direzione dell’Orchestre Lamoureux.

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