Sonata per pianoforte nº 12 in fa maggiore

K. 332, KV332, K. 300k, KV300k

Probabilmente databile ai primi anni ’80 del XVIII secolo e forse scritta a scopo didattico, la Sonata per pianoforte n. 12 di Mozart si distingue per la stravagante gamma di contrasti. Ricca di abbondanti allusioni orchestrali e riferimenti alle escursioni del maestro di Salisburgo sul terreno dell’opera buffa, la partitura esordisce con un primo movimento in Fa maggiore che trasuda un lirismo quasi vocale, nella calma bucolica dell’apertura come nel secondo tema, dominato dal Do maggiore. In un contesto inventivo così ricco e stimolante, il compositore introduce un’altra idea all’inizio della sezione di sviluppo, facendo leva sugli abbellimenti integrati nel motivo principale dell’‘Adagio’ in Si bemolle maggiore, poi sviluppati nella ricapitolazione. Non presenti nel manoscritto autografo, queste pregevolezze sono state aggiunte nella prima edizione pubblicata, a testimonianza della pratica improvvisativa del genio austriaco. Il finale si apre in grande stile, preparando il terreno per un movimento contrassegnato da una notevole arguzia tecnica. Come nelle due sezioni precedenti, il passaggio alla tonalità minore crea una contrapposizione in termini di timbro e carattere, ma la qualità più evidente è un virtuosismo vertiginoso, che lascia poi spazio a una chiusura inaspettatamente placida.

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