Johannes Ockeghem

Considerato uno dei nomi più influenti nel campo della musica corale rinascimentale, Ockeghem ha innovato lo stile polifonico e condotto il contrappunto vocale della scuola franco-fiamminga verso ambientazioni più rigogliose e complesse. Nato probabilmente intorno al 1410, inizia la sua carriera come cantante nella Cattedrale di Anversa, prima di assumere una serie di incarichi di prestigio in varie chiese e presso le corti reali di Carlo VII, Luigi XI e Carlo VIII. Generalmente pensati per tre o quattro voci, i suoi lavori sacri e laici prevedono spesso notevoli difficoltà tecniche e melodie lunghe e composte liberamente, spesso prive di fonti antecedenti, in controtendenza rispetto agli usi dell’epoca. Un altro elemento distintivo della sua opera è l’integrazione di linee di basso attive e talvolta sotterranee. Durante il servizio per Luigi XI, inizia a comporre messe regolarmente, oltre a produrre il primo esempio di requiem polifonico giunto fino ai giorni nostri. All’occorrenza, queste partiture più estese diventano l’occasione per avventurarsi in intricate sperimentazioni formali. Nella Missa prolationum, risalente alla seconda metà del XV secolo, le floride trame vocali oscurano la forma canonica che si dispiega lungo tutto il pezzo. Muore nel 1497, lasciando in eredità un catalogo relativamente ridotto, ma la consistenza eterea e le intuizioni armoniche pre-tonali della sua produzione suonano ancora oggi moderne e sorprendenti.