Corno francese

Informazioni sul corno francese

Antenato di tutti i fiati moderni, il flauto dolce si distingue per un’ampia varietà di estensioni e taglie, dal soprano al basso. Talvolta erroneamente considerato alla stregua di un gioco per l’infanzia o di un esercizio per principianti, è in realtà parte integrante della storia della musica e continua a occupare un ruolo centrale nell’avanguardia del panorama contemporaneo. Generalmente di legno massiccio e dotato di otto fori per le dita, in epoca rinascimentale e barocca rappresentava un punto fermo nei contesti laici come in quelli religiosi e godeva dell’apprezzamento di personalità della caratura di Vivaldi e Telemann. In tempi più recenti, è stato valorizzato da nomi quali Steven Stucky e Richard Harvey, diventando protagonista di un’autentica rinascita: basti pensare che il numero di partiture dedicategli dagli anni ’60 in poi ha superato quello dell’intero repertorio dei secoli precedenti. Passato di moda durante i periodi classico e romantico, il suo ritorno in voga è in gran parte da attribuire ad Arnold Dolmetsch, musicista e artigiano francese attivo nel Regno Unito, il cui interesse per la strumentazione storica ha innescato una rigogliosa scena di musica antica a Londra e dintorni nel corso del XX secolo.