- SCELTA DELLA REDAZIONE
- 2021 · 24 tracce · 40 min
24 Preludi
Particolarmente diffusa nel XIX secolo, l’abitudine pianistica di anteporre brevi improvvisazioni a lavori di lunga durata portò al fiorire di cicli di 24 preludi che coprivano tutte le tonalità maggiori e minori. Prendendo questa forma come punto di partenza, Chopin superò l’idea di firmare una semplice raccolta di esercizi introduttivi, ponendo invece l’accento sulla ricchezza e l’indipendenza dei brani. I 24 preludi, Op. 28 sono legati allo sfortunato soggiorno invernale a Maiorca del 1838-39 in compagnia dell’amante George Sand. Anche se una ventina di pezzi erano stati abbozzati già prima del viaggio, il maestro polacco perfezionò la serie sull’isola in condizioni meteorologiche e fisiche terribili. Alcuni – per esempio, il simil-valzer n. 7 in La maggiore o il n. 10 in Do diesis minore – sono delicati microcosmi che funzionano al meglio nel contesto dell’insieme, mentre altri – il famoso Preludio n. 15 in Re bemolle maggiore, detto “La goccia d’acqua”, o il n. 13 in Fa diesis maggiore, con tratti del notturno – hanno il carattere di poemi sinfonici in miniatura perfettamente a sé stanti. Nonostante certi componimenti – su tutti, il n. 16 in Si bemolle minore – richiedano doti tecniche non comuni, molti presentano un livello di esecuzione accessibile e vengono spesso suonati singolarmente. È il caso di esiti lenti ed espressivi quali il n. 4 in Mi minore, il n. 6 in Si minore e il n. 20 in Do minore.