Requiem in re minore
Scritta quasi certamente per un funerale tenutosi nel gennaio 1888 nella chiesa parigina della Madeleine, la Messa da Requiem comprendeva in origine cinque sezioni della messa per i defunti in latino, inclusi un sublime ‘Pie Jesu’ per soprano e organo e lo splendido ‘In Paradisum’. Fauré strutturò il lavoro per un’efficace combinazione di viole, violoncelli, contrabbassi, organo, arpa e timpani, con un violino solo che compare nel ‘Sanctus’. Per la seconda esecuzione del maggio 1888, introdusse due trombe e due corni, aggiungendo successivamente alla partitura ‘Hostias’ e ‘Libera me’ per baritono solista e i meditativi corali che aprono e chiudono l’‘Offertorio’. Con l’ambizione di fare davvero “qualcosa di diverso”, eliminò il tradizionale ‘Dies irae’ e l’insita enfasi su dannazione e fiamme dell’inferno, per creare ciò che venne definita dalla critica una “ninna nanna della morte”. Il delicato lirismo della musica trascina chi la ascolta nel pieno del testo e accentua al contempo sporadiche espressioni emotive: nello specifico, le potenti grida del coro nell’‘Osanna’ e la commossa sezione centrale dell’‘Agnus Dei’. Con un’orchestrazione ampliata su pressione dell’editore, l’opera debuttò trionfalmente in forma sinfonica all’Esposizione Universale del 1900. Più sofisticate e intime, le versioni precedenti furono comunque riportate in vita, prima in un’edizione redatta da John Rutter all’inizio degli anni ’80 e in seguito da altri accurati studi.