- SCELTA DELLA REDAZIONE
- 2016 · 47 tracce · 1 h 55 min
Messiah
HWV56
È forse il fatto di non essere uno dei suoi tipici oratori ad aver reso il Messiah di Handel il più popolare e duraturo gioiello del repertorio corale inglese. Piuttosto che raccontare una storia drammatica affidando a cantanti ed ensemble vocali ruoli specifici, il testo è qui una narrazione che presenta la vita e l’opera di Cristo attraverso un’oculata selezione di versetti biblici. Nonostante ne avesse notoriamente completato la prima stesura in appena 24 giorni nell’estate del 1741, il compositore in realtà non smise mai di intervenire sulla partitura, che venne costantemente aggiornata per adattarsi a circostanze e interpreti di ogni nuova esecuzione, col risultato di offrire molteplici soluzioni, come le varianti per contralto, soprano e basso di ‘Thou Art Gone Up On High’, ma nessuna versione definitiva cui attenersi. L’esperienza teatrale dell’autore è onnipresente, dalla solida struttura complessiva ai sorprendenti gesti drammatici, fino a stereotipi operistici quali la virtuosistica aria di furia’ Why Do the Nations’ e la vibrante pastorale ‘He Shall Feed His Flock’. Con 20 cori che spaziano dalle inedite trame di ‘For Unto Us a Child Is Born’ all’esaltazione cerimoniale di un ‘Hallelujah’ contraddistinto da lunghe note sostenute in contrasto con le ripetizioni estatiche delle altre voci, il lavoro era stato concepito come uno strumento per la raccolta di fondi a scopi caritatevoli e rimane ancora oggi un fiore all’occhiello nei concerti per cause benefiche.