Concerto brandeburghese nº 3 in sol maggiore
Il Concerto brandeburghese n. 3 in Sol maggiore, tratto dalla suite di partiture dedicate a Cristiano Ludovico di Brandeburgo, è l’unico privo di solisti, configurandosi come un’esecuzione per ensemble e una celebrazione virtuosa in cui Bach divide il suono in trii di violini, viole e violoncelli. Nel corso della progressione melodica, i sodalizi fra gli strumenti variano costantemente, spezzati da fugaci momenti di protagonismo. Nonostante restino due accordi di collegamento marcati come ‘Adagio’, interpretabili in diversi modi, Bach non aveva introdotto un movimento lento, peculiarità inusuale per lui. Alcune voci esperte vogliono l’inserimento di un lento dall’esterno o un’improvvisazione per violino o clavicembalo, ma la meticolosità del maestro tedesco suggerisce la volontà di mantenere la spinta e la potenza dei veloci episodi di inizio e fine, inserendo una breve pausa di distensione prima di un epilogo che si erge come capolavoro tecnico collettivo dal moto perpetuo mozzafiato. Il 1729 porta grandi modifiche al movimento d’apertura e l’autore inserisce parti a due corni e tre oboi, dando vita a una magnifica introduzione per la cantata Ich liebe den Höchsten.