Boléro

M.  81 · “Bolero”

Sarebbe troppo ardito considerare il lavoro più popolare di Ravel quale precoce anticipatore del minimalismo? Di sicuro il tema continuamente ripetuto del Boléro, con le sue sfumature modali dal gusto orientale e i suoi ritmi insistenti, condivide qualcosa con il carattere ipnotico delle creazioni emerse dagli esperimenti con i loop tape di Steve Reich e Terry Riley nella California degli anni ’60. E in esso traspare anche una certa attrazione per il mondo meccanico: d’altro canto, per la sua prima incarnazione come balletto eseguito all'Opéra di Parigi nel 1928, il compositore voleva ambientare la danza dal sapore spagnolo in una fabbrica. Inoltre si percepisce in continuazione l’amore del maestro francese per le possibilità offerte dall’ensemble strumentale, specialmente quando in ogni reiterazione del motivo principale la musica aumenta in volume e intensità. Ballato da Ida Rubinstein e coreografato da Bronislava Nižinskaja, fu da subito un grande successo e rapidamente assunse una vita orchestrale propria, debuttando in questa forma con la conduzione di Arturo Toscanini nel 1929. L’autore avrebbe preferito un tempo di esecuzione meno concitato di quello scelto dal direttore, tuttavia questo contrasto ebbe l’effetto di pubblicizzare ulteriormente l’opera, che venne quindi accolta con un entusiasmo ancora maggiore.

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