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La mia Dorabella capace non è
Fuor la spada!
È la fede delle femmine come l'araba fenice
Una bella serenata far io voglio alla mia dea
Stelle! Per carità, signor Alfonso, non ci fate morir
Sento, oddio, che questo piede è restio
Non piangere, idol mio
Al fato dàn legge quegli occhi vezzosi
La commedia è graziosa
Non v'è più tempo, amici
Di scrivermi ogni giorno, giurami, vita mia!
Dove son? Son partiti
Soave sia il vento
Signora Dorabella, signora Fiordiligi, ditemi, che cosa è stato?
Che silenzio! Che aspetto di tristezza spirano queste stanze!
Alla bella Despinetta vi presento, amici miei
Che sussurro! Che strepito, che scompiglio è mai questo!... Temerari, sortite fuori di questo loco!
Ah, non partite!
E voi ridete?
Si può sapere un poco la cagion di quel riso?
Ah, che tutta in un momento si cangiò la sorte mia!
Eccovi il medico, signore belle
Andate là, che siete due bizzarre ragazze!
Ah, correte al giardino, le mie care ragazze!
Secondate, aurette amiche, secondate i miei desiri
Oh, che bella giornata!
Ah, lo veggio, quell'anima bella al mio pianto resister non sa
Per pietà, ben mio, perdona all'error d'un'alma amante
In qual fiero contrasto, in qual disordine di pensieri e di affetti io mi ritrovo!
Bravo, questa è costanza
Ora vedo che siete una donna di garbo
Come tutto conguira a sedurre il mio cor!
Fra gli amplessi in pochi istanti
Ah, poveretto me! Cosa ho veduto!
Tutti accusan le donne, ed io le scuso
Vittoria, padroncini!
Fate presto, o cari amici
Benedetti i doppi coniugi e le amabili sposine!
Miei signori, tutto è fatto... Bella vita militar!
Sani e salvi agli amplessi amorosi... Fortunato l'uom che prende ogni cosa pel buon verso