Con lo spirito dello scultore che cerca l’anima della materia, Maya Beiser indaga la sostanza armonica e melodica di Philip Glass per ottenere una forma inedita tramite i permeabili livelli del suo violoncello. Riarrangiati col favore dell’effettistica, gli studi acquistano un nuovo profilo nella stratificazione dei loop, mentre ‘Mad Rush’ vede crescere la propria innata qualità allucinatoria grazie al gioco replicante di timbri e dinamiche. Il momento più affascinante è forse la rilettura dei brani di Naqoyqatsi, dove uno strumento del XVII secolo si fa carico del suono dell’orchestra.