Terzo capitolo della trilogia di album incisi nella sua casa di Brooklyn durante la pandemia, Undersong vede Simone Dinnerstein tradurre sui tasti del pianoforte la confortante dimensione routinaria di un periodo caotico. Da François Couperin a Erik Satie, passando per Robert Schumann, il programma si compone di brani introspettivi che fluttuano sulla sistematica ripetizione di armonia e melodia, trovando sollievo nell’ipnotica suggestione di un continuo ritorno. Mutuato da un termine arcaico, il titolo del disco sottolinea la complessiva missione di un’ostinata ricerca di senso tra le note.