Colin Currie aveva 12 anni quando è stato folgorato dall’ascolto di Music for 18 Musicians di Steve Reich. A tre decenni di distanza, il percussionista propone la propria incisione dell’opera, perfetta sintesi di matematica e umanissima estemporaneità che lascia a ogni membro dell’organico un’ampia libertà decisionale. Registrata nel leggendario Studio 2 di Abbey Road con un ensemble di interpreti di grande esperienza sulla materia minimalista, questa versione conferma la paradossale portata emozionale e la sensibilità di un meticoloso lavoro fondato su trame calcolate e precisione ritmica.