Tra le figure cardinali della musica dell’Europa orientale che negli ultimi decenni del 20esimo secolo si sono allontanate dall’avanguardia per abbracciare un più morbido stile tonale, Valentin Silvestrov è il protagonista di un album che riflette tanto sul suo percorso artistico quanto sul suo esilio berlinese, in fuga dalla guerra in Ucraina. Tutt’uno con la tastiera nelle miniature pianistiche di Kitsch-Musik, dove i fantasmi di Schumann, Brahms e Chopin si aggirano in scenari cristallizzati memori delle epoche classica e romantica, Alexei Lubimov è struggente nell’approccio ai pezzi dedicati alla moglie scomparsa del compositore e mirabilmente espressivo nelle partiture ispirate alla tragedia bellica e alla speranza di pace. Il disco è completato dagli 11 adattamenti poetici di Stufen, che vedono la soprano Viktoriia Vitrenko prendere il centro della scena con l’eleganza e la gentilezza di un lago, immobile solo all’apparenza o allo sguardo di un occhio disattento.