Apparentemente una semplice raccolta di canzoni accomunate dall’assenza naturale o dalla privazione funzionale delle parole, in realtà Songs of Joy and Sorrow mette in risalto l’eclettismo musicale e la forza di brani che sono in grado di mantenere vivo il proprio messaggio attraverso i secoli. L’arrangiamento per chitarra e violoncello che reinventa in qualche modo la centrale Sonata in La maggiore per arpeggione e pianoforte di Schubert sintetizza gli spunti e gli intenti di un album che accentua la vocalità dell’arco di Johannes Moser e la purezza tecnica con cui Xuefei Yang si destreggia sulla sei corde, decisiva nella sottolineatura dei caratteri passionali e misteriosi insiti nell’estetica spagnola di Falla. Straordinario nella chiusura contemporanea affidata all’adattamento di Three Songs di Bright Sheng, il duo è sorprendente in particolare nella capacità di non disperdere nemmeno un briciolo dell’intensa tristezza di Dowland, dipendente quasi per definizione dagli strazianti testi.