
- SCELTA DELLA REDAZIONE
- A New York la nostalgia di casa lo morde tanto da fargli comporre l'arcinota Dal Nuovo Mondo.
Antonín Dvořák
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Biografia
Nato nel 1841 nella campagna rurale boema a nord di Praga, da un padre che svolgeva la professione di taverniere e macellaio, Dvořák sfidò le umili origini diventando uno dei compositori nazionalisti più rilevanti della sua epoca. Mentre suonava la viola nell’Orchestra del Teatro Nazionale di Praga, affinò le capacità compositive ed emerse a metà degli anni ’70 dell’Ottocento con i primi autentici capolavori, la Serenata per archi op. 22 e la Sinfonia n. 5 in Fa maggiore op. 76, entrambe prodotte nel 1875. Fu però la prima serie delle otto Danze slave op. 46 (1878) a traghettarlo dallo status di talento provinciale a quello di celebrità internazionale. Come Tchaikovsky, è stato capace di fondere l’incanto melodico folkloristico e la vitalità ritmica della danza, soprattutto nella Sinfonia del Nuovo Mondo in Mi minore op. 95 (1893), scritta durante un soggiorno di tre anni negli Stati Uniti che ispirò anche il Quartetto per archi in Fa maggiore op. 96 del 1893 (detto “Americano”) e il Concerto per violoncello in Si minore op. 104 (1894-5). Tornato in patria nel 1895, morì nel 1904 all’età di 62 anni, non prima di aver realizzato una serie di capolavori tra i quali Rusalka (1900), opera di squisita eleganza melodica e intensità espressiva.