- SCELTA DELLA REDAZIONE
- 2012 · Budapest Festival Orchestra, Iván Fischer
Igor Stravinsky
Biografia
Tra le menti più straordinarie di tutti i tempi nell’intero panorama musicale, Stravinsky fu un maestro dei travestimenti: i balletti Petrushka (1911) e Pulcinella (1920) e l’opera-oratorio Oedipus Rex (1927) portarono in scena personaggi in maschera o marionette. Anti-romantico dichiarato, insisteva che la musica non fosse in grado di esprimere nulla, sebbene celasse in sottofondo sentimenti potenti destinati occasionalmente a esplodere: nella furia degli elementi del rivoluzionario La sagra della primavera (1913) o nel desiderio sorprendentemente intenso che aleggia nel finale de Il bacio della fata (1928). A cominciare dal balletto L’uccello di fuoco (1910), i primi capolavori del compositore nato nei pressi di San Pietroburgo nel 1882 furono immersi nei contorni melodici e nelle complesse cadenze del folklore russo. Le sbalorditive innovazioni ritmiche de La sagra della primavera affondarono le radici nella sua terra natia. Anche dopo aver abbandonato definitivamente la patria nel 1917 ed essersi stabilito a Parigi e in Svizzera, e poi negli Stati Uniti, conservò l’influenza della tradizione popolare e del repertorio liturgico del proprio paese. Lo si può chiaramente notare tanto nella Sinfonia di Salmi (1930) per coro e orchestra, quanto negli ironici lavori neoclassici prodotti dopo la Prima guerra mondiale, da partiture cameristiche come Ottetto (1923) e Concerto in Mi bemolle maggiore “Dumbarton Oaks” (1938), passando per l’insolitamente toccante gioiello operistico The Rake’s Progress (1951). Scomparso a New York nel 1971, continua a essere una fonte di ispirazione non solo in ambito classico ma anche nel jazz, nel rock e nel pop.