Sinfonia nº 1 in re maggiore

“Il Titano”

Quando apparì per la prima volta, nel 1889, quella che sarebbe diventata la Sinfonia n. 1 venne presentata dallo stesso Gustav Mahler come un “poema sinfonico” con il titolo di Titano, richiamando esplicitamente l’allora popolarissimo romanzo del XIX secolo dello scrittore Jean Paul (Johann Paul Richter). Era suddiviso in cinque movimenti, con un elaborato soggetto letterario che faceva riferimento tanto al celestiale tormento del protagonista del libro, quanto a una storia d’amore impossibile, con svariati indizi che il compositore fosse in realtà l’eroe di entrambe le vicende. Sempre più scettico rispetto all’utilità dei programmi fino al punto da abolirli, l’autore decise inoltre che la struttura sarebbe stata migliore senza la seconda sezione originaria. Rivide e ampliò l’orchestrazione, attingendo alla propria esperienza di direttore d’opera. Il risultato è decisamente una sinfonia, ma non nello stile astratto del più anziano contemporaneo Brahms. Sebbene la musica racconti chiaramente una sequenza di eventi con una passione e un gusto per l’ambientazione atmosferica che quasi sorpassa Wagner, l’interpretazione e la lettura del messaggio sono lasciati a chi ascolta. E non è necessario conoscere tutti i lavori cripticamente citati all’interno della partitura – dalle tradizioni popolari austriache ed ebraiche al tragico ciclo Lieder eines fahrenden Gesellen – per lasciarsi incantare da questo stupefacente viaggio sonoro.

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