Partita nº 2 per violino in mi maggiore
Con il suo fare gioioso, vivace e brillante, la Partita per violino n. 3 somiglia a un negativo della precedente. Bach affida l’apertura della BWV 1006 a un ‘Preludio’ mozzafiato che riprenderà nelle cantate BWV 29 e BWV 120, ripensato per organo come guizzo da marcia nuziale o accompagnato da trombe e percussioni, portando eleganza e maestria alla cerimonia inaugurale del governo cittadino di Lipsia (1731). Si tratta di un cambio di rotta rispetto alle Suite francesi, ribadito dall’assenza di una ‘Sarabanda’, anche se i momenti danzanti non mancano. La ritmica in sei quarti di una ‘Loure’ alla normanna precede l’animata ‘Gavotta en rondò’, che si mantiene negli ambiti iniziali. Dopo il contrasto tra nobile e rustico dei due minuetti arriva il piccante vigore della ‘Bourrée’, dalle misurate divergenze dinamiche. A chiudere in bellezza provvedono le note di una spigliata ‘Gigue’. Le Partite e Sonate di JS Bach per violino solo Al di là delle tastiere, Bach inizia la carriera come violinista. A Köthen dirige dalla sezione archi e, grazie ad amici come Westhoff e Pisendel, sviscera lo strumento come mostrano i Sei solo senza basso accompagnato, trovati in un manoscritto del 1720. Cime della tradizione tedesca, quei pezzi ammiccano agli sviluppi italiani, con tre Partite che riconoscono la sovranità danzante delle Suite francesi e tre Sonate sulle righe della ‘Chiesa’ italiana, che alternano velocità e lentezza.