Concerto per violoncello nº 2 in re maggiore

Hob. VIIb/2, Op. 101

Per molto tempo si è creduto che il Concerto per violoncello n. 2 fosse stato scritto per Anton Kraft. Questi era il primo strumentista nel palazzo dell’aristocrazia che dava lavoro a Haydn, nelle campagne ungheresi, e alcune persone suggerivano che fosse lui stesso l’autore. La verità emerge di recente, attribuendo tali voci a un figlio desideroso di onorare il nome paterno. Il vero destinatario del componimento è James Cervetto, primo arco della Italian Opera di Londra dall’espressività quasi canora, paragonata alle “migliori voci da tenore” dallo storico musicale del XVIII secolo Charles Burney. Debutta alle Hanover Square Rooms nel 1784. Con il Concerto n. 2 Haydn spinge sulle doti liriche dei registri superiori, piuttosto che puntare su vigore ritmico e virtuosismi carismatici come in passato, con il precedente Concerto n. 1 inquadrabile intorno al 1765. Lo sfavillante fascino dell’opera si sviluppa fin da un ‘Allegro moderato’ d’apertura di grande respiro, proseguendo con l’intenso lirismo del centrale ‘Adagio’ e la gioia che pervade il ‘Rondò’ finale.

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