- SCELTA DELLA REDAZIONE
- 2023 · 3 tracce · 31 min
Concerto per pianoforte in la minore
In quel produttivo “anno orchestrale” che si rivelò il 1841, Schumann concepì tre componimenti sinfonici – la Prima, la versione iniziale della Quarta e l’Overture, Scherzo e Finale – e un lavoro in La minore, intitolato Fantasia per pianoforte e orchestra. Quest’ultimo non era altro che l’incarnazione embrionale di quello che sarebbe diventato il movimento d’apertura del Concerto per pianoforte, con la successiva aggiunta di un ‘Intermezzo’ e di uno sfavillante finale. Dopo l’esplosivo ingresso iniziale dell’ensemble all’unisono, lo strumento solista entra con un fluviale florilegio di accordi, prima che l’oboe lo affianchi nella presentazione del tema su tre note discendenti che impregna la partitura, tornando sia nella forma del capriccio romantico (il meraviglioso duetto tra tastiera e clarinetto) che in quella della nervosa marcia che chiude la sezione. Ribaltandolo totalmente e affidandolo a sprazzi di fiati e ottoni, il grazioso ‘Intermezzo’ conduce all’esuberante conclusione. L’influenza del pezzo – presto divenuto uno dei più eseguiti del musicista e indubbiamente una tra le più importanti opere del romanticismo post-beethoveniano nel genere – è evidente nel Concerto per pianoforte e orchestra in La minore (1868) di Grieg, che nel 1858 assistette all’interpretazione di Clara Schumann, alla quale era stata affidata la parte principale anche alle premiere della Fantasia (a Lipsia) e del Concerto stesso (a Dresda).