Accompagnata dall’ensemble La Pietà, Angèle Dubeau si immerge nelle profondità di minimalismo, post-classica e dimensione filmica per trovare sollievo nella fragilità e nella raffinatezza di compositori come Steve Reich o Philip Glass. L’acqua evocata nella suite oceanica di Armand Amar è forse l’elemento cruciale in un album che galleggia sulle onde mosse dagli archi, tra le quali la virtuosa canadese mette in mostra la propria sensibilità e uno stile straordinariamente emozionale. La conseguenza evidente del tuffo è il ritorno in superficie di uno spirito libero da inquietudini e turbamenti.