Ciclo di sei lavori strumentali presentati al margravio di Brandenburgo-Schwedt nel 1721, i Concerti brandeburghesi di J. S. Bach mostrano il compositore al massimo livello di inventiva e compiutezza, in un trionfo di incantevoli melodie, colori vividi e virtuosismi interpretativi. Ed è difficile immaginare un’esecuzione più empatica e fedele di questa, registrata tra Londra e Parigi nel 2019 dagli English Baroque Soloists, ensemble di strumenti d’epoca fondato nel 1978 dal direttore inglese Sir John Eliot Gardiner che, qui, si fa in qualche modo da parte per lasciare a un gruppo di musicisti in stato di grazia la possibilità di autogestirsi in quattro partiture della serie, nel rispetto dello spirito cameristico. Il risultato è una combinazione di vitalità, grazia e precisione, con i membri regolari dell’organico a scambiarsi il ruolo di stella, dalla leader Kati Debretzeni al trombettista Neil Brough, fino alla flautista Rachel Beckett e al clavicembalista Malcolm Proud. Gardiner guida mirabilmente il processo con spontanea freschezza, gradevole calore e sensibilità vincente.