River of Music

La famiglia Kanneh-Mason è un vero fenomeno musicale; sette fratelli e sorelle (Isata, Braimah, Sheku, Konya, Jeneba, Aminata e Mariatu) che hanno raggiunto lo status di interpreti di fama mondiale singolarmente, ma che insieme danno vita a qualcosa di irripetibile: un super ensemble legato dalla genialità musicale, dai ricordi d’infanzia e dall’amore. River of Music è il loro secondo album collettivo e rappresenta in modo intenso proprio quell’amore: diverse combinazioni dei componenti della famiglia Kanneh-Mason interpretano pagine solistiche e d’insieme che attraversano quasi quattro secoli di musica. Ogni brano viene raccontato da un membro della famiglia a Apple Music Classical. ‘Deep River’ Sheku: “È una trascrizione, originariamente per pianoforte, di uno spiritual afroamericano di Samuel Coleridge-Taylor. Coleridge-Taylor era un compositore britannico con padre della Sierra Leone. Nostra madre Kadie è nata in Sierra Leone da padre sierraleonese e madre gallese, quindi per noi questo brano ha un valore molto personale. Isata ha già inciso la versione originale per pianoforte; io, lei e Braimah abbiamo anche registrato una versione per trio con pianoforte. Qui presentiamo un nuovo arrangiamento scritto da noi, che riunisce sul palco tutti e sette.” ‘Ar Lan y Môr’ Aminata: “‘Ar Lan y Môr’, che in gallese significa “sulla riva del mare”, è un canto popolare d’amore. Lo abbiamo scelto perché da piccoli ascoltavamo spesso l’album Tir (“terra”) di Cerys Matthews, che la nonna faceva suonare in casa. Questa canzone era una delle mie preferite, così abbiamo deciso di adattarla per sette. Eseguirla mi riporta alle giornate d’infanzia trascorse nella casa di nostra nonna in Galles. Il brano inizia e termina con gli archi, creando un’atmosfera dolce e pacata.” ‘Hiraeth’ Isata: “‘Hiraeth’ è una mia composizione. Il titolo è una parola gallese intraducibile che racchiude nostalgia, amore e radici. L’abbiamo inserita in questo album perché il nostro legame con il Galles è profondo: abbiamo passato lì gran parte delle vacanze d’infanzia, tra le montagne o a casa della nonna materna a Caldicot. L’accordo di settima iniziale rappresenta il senso di struggimento; gli arpeggi ampi della mano sinistra, insieme ai tremoli e alle semicrome degli archi, evocano la natura selvaggia del paesaggio gallese. Lo scorrere armonico, battuta dopo battuta, riflette il variare dei colori della natura lungo una camminata.” ‘Calon Lân’ Aminata: “‘Calon Lân’ (“cuore puro”) è un inno gallese degli anni 1890. Sono cresciuta ascoltandolo e mi sono sempre piaciuti molto i suoi versi. L’abbiamo scelto come duetto per due violini (mio e di Braimah), come se due voci intonassero insieme l’inno. È stato bello costruire strofa dopo strofa fino a un climax intenso.” ‘Trio Sonata in G Minor – Largo’ Mariatu: “Il terzo movimento della Sonata a tre di Händel è un dialogo serrato tra gli strumenti. L’ho scelto perché, quando iniziavo a suonare il violoncello, Sheku faceva spesso duetti con me. Qui ascolterai la voce calda degli strumenti intrecciarsi, con Isata al pianoforte.” ‘Sospiri’ Braimah: “‘Sospiri’ è una breve pagina malinconica di Edward Elgar scritta nel 1914 all’ombra della Prima Guerra Mondiale. Gli accordi distesi al pianoforte, gli ampi intervalli e le sincopi creano un’atmosfera sospesa. È un brano intimo e al tempo stesso vasto, in cui convivono speranza e dolore: uno dei miei esempi preferiti della capacità di Elgar di esprimere sentimenti opposti. Registrarlo ad Abbey Road con Jonathan Allen è stata un’esperienza unica.” ‘Fantaisie-Impromptu’ Jeneba: “La ‘Fantaisie-Impromptu’ di Chopin ha accompagnato ogni fase del mio percorso pianistico. È stata una delle prime opere chopiniane che ho incontrato e mi ha subito catturato per il turbinio virtuosistico e le melodie appassionate della sezione iniziale, e per l’intimità struggente della parte centrale. Era anche uno dei brani prediletti da nostro nonno paterno: amava ascoltarmi mentre lo studiavo.” ‘Consolation No. 3 in D-Flat Major’ Isata: “La ‘Consolation No. 3’ di Liszt (1849-50) possiede una straordinaria profondità emotiva, sospesa tra tenerezza e malinconia ma sempre protesa alla consolazione. Le frasi fluide hanno quasi il respiro di un racconto cantato. Per noi ha un valore speciale: era uno dei pezzi che nostro padre suonava spesso in casa. È interessante anche per la scrittura: Liszt crea l’illusione di un crescendo su una singola nota (tecnicamente impossibile) grazie al ritmo armonico e alla tessitura. Ogni ripresa del tema cambia colore. Registrare questa pagina è stato per me un momento raccolto e intenso.” ‘Song to the Moon’ Sheku: “In ‘Song to the Moon’, qui in versione per violoncello e pianoforte, Dvořák evoca canto e amore. L’aria proviene dalla sua opera Rusalka, ispirata a una fiaba di Andersen. Legata all’acqua, la ninfa Rusalka non può dichiarare il suo amore al principe e affida alla luna il suo segreto. I nostri genitori amano l’opera e questa è una delle loro arie preferite.” ‘Piano Quintet in A Major, “Trout Quintet”’ Sheku: “Il quintetto detto ‘La Trota’ deve il soprannome al quarto movimento, che varia un tema tratto dal Lied ‘Die Forelle’ di Schubert. Da bambini lo ascoltavamo spesso in macchina durante i viaggi in famiglia: è sempre stato uno dei nostri pezzi del cuore. Avremmo voluto suonarlo già da piccoli, ma nessuno di noi suonava il contrabbasso; Jeneba lo avrebbe voluto imparare, ma lo strumento era troppo ingombrante per stare in auto! Registrarlo oggi è stato, e per sempre rimarrà, un momento prezioso.”