- SCELTA DELLA REDAZIONE
- 2006 · JoAnn Falletta, Buffalo Philharmonic Orchestra
Aaron Copland
- Choral Art Society, Richard Cassilly, Claramae Turner, Aaron Copland, Richard Fredericks, Joy Clements, New York Philharmonic, Norman Treigle
Biografia
Brio, sentimento e grandeur hanno reso Aaron Copland un modello per la musica da concerto americana del XX secolo. Nato a New York nel 1900 da una coppia ebraico-lituana, prende lezioni di piano dai 13 anni per poi studiare teoria e composizione con Rubin Goldmark. Lasciati gli Stati Uniti nel 1921, è allievo di Nadia Boulanger a Parigi e pubblica Music for the Theater (1925) e Piano Concerto (1926), muovendosi con disinvoltura jazz su un neoclassicismo d’ispirazione stravinskiana. Durante la Depressione, abbraccia tinte astratte e moderniste nelle Piano Variations (1930), ma presto è protagonista di una virata popolare: El salón México (1936), Billy the Kid (1938), Rodeo (1942) e Appalachian Spring (scritta nel 1944 per Martha Graham) evidenziano come le partiture orchestrali arrivino a evocare sale da ballo messicane, danze da cowboy e inni di stampo Shaker. Superato il patriottismo da Seconda guerra mondiale di Lincoln Portrait (1942) e Symphony No. 3 (1944-46), in epoca post-bellica tenta senza troppo successo di assorbire le tendenze avanguardiste. Dopo un ciclo di brani vocali, quali 12 Poems of Emily Dickinson (1949-50) e l’opera The Tender Land (1954), la sua ricerca produce esiti serialisti come Piano Fantasy (1957) e Connotations (1962). Scomparso nel 1990, lascia una pesante eredità da insegnante, mentore e autore di libri di teoria musicale e di colonne sonore per Hollywood.