- SCELTA DELLA REDAZIONE
- Un direttore d'orchestra che ha guidato ensemble storici e ne ha creati di nuovi.
Claudio Abbado
- Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli della RAI, Renato Zanettovich, Edith Peinemann, Claudio Abbado
Biografia
Taciturno in prova quasi quanto lo era nei confronti della stampa, Claudio Abbado utilizzava la propria espressività nella conduzione per trasmettere alle orchestre ciò che gli premeva raggiungere in termini di colore degli strumenti, fraseggio e interpretazione. Unite alla lirica tradizione sinfonica di Schubert, Mendelssohn e soprattutto Mahler, le vivide descrizioni di Mussorgsky, Verdi e Prokofiev rappresentavano il cuore dell’interesse del direttore che, nato a Milano nel 1933, aveva scelto la strada del podio dopo essere stato stregato da un’esecuzione degli incantevoli Notturni di Debussy (1892-1899). Il fatto che la prima opera guidata dalla sua bacchetta nel 1959 sia stata la surreale L’amore delle tre arance di Prokofiev (1921) la dice lunga circa un gusto peculiare per un repertorio esuberante e fuori dagli schemi. L’innata timidezza per cui era noto non ha impedito a uno straordinario talento musicale di emergere fino a portarlo al comando di compagnie, teatri ed ensemble di prestigio. Tra di esse la London Symphony Orchestra, La Scala, dove si è impegnato nella promozione di figure contemporanee della composizione come Luigi Nono e ha abituato l’orchestra a tenere concerti in autonomia, la Vienna State Opera e la Filarmonica di Berlino. A lui va inoltre il merito di aver fondato svariate formazioni giovanili che, a loro volta, hanno dato vita a spin-off quali la Chamber Orchestra of Europe e la Mahler Chamber Orchestra. Scomparso nel 2014, ha lasciato in eredità un ricco catalogo di incisioni e una nutrita classe di orchestrali d’élite.