- SCELTA DELLA REDAZIONE
- 2003 · Emmanuelle Haïm, Le Concert d'Astrée
Henry Purcell
- H. PURCELL
- Z. 585 · “Pausania, il traditore del suo paese”
73- H. PURCELL
- Z. 193 · “Ora che il sole ha velato la sua luce”
72
- Peter Pichler Trautonium, Melanie Dreher
Biografia
Lo stile di Henry Purcell è perfettamente sintetizzato dal famoso verso di W.S. Gilbert tratto dall’operetta HMS Pinafore: “Nonostante tutte le tentazioni di appartenere ad altre nazioni, rimane comunque un inglese”. La sua musica riassume in sé l’estetica della corte francese e le ultime innovazioni provenienti dall’Italia, infuse di elementi della tradizione britannica. Nato a Londra nel 1659, fu uno dei massimi compositori sul piano della definizione del linguaggio nazionale, a proprio agio tanto in chiesa quanto in contesti aristocratici, a teatro, in ambito cameristico e perfino nelle taverne. La padronanza di grandi organici in lavori cerimoniali – come l’ode Hail! Bright Cecilia (1692) – pose le basi per lo stile corale inglese di Handel. Al giorno d’oggi, il frutto più apprezzato di un ingegno seminale è Dido & Aeneas (1682), opera in miniatura che, richiamando il masque, la poetica teatrale di Lully per Luigi XIV e i caratteri operistici italiani, culmina nell’aria ‘When I Am Laid in Earth’, uno dei più strazianti lamenti dell’intero repertorio lirico. La raffinata marcia immaginata per accompagnare il funerale della Regina Maria II nel marzo del 1695 venne riutilizzata appena otto mesi dopo per il suo stesso servizio funebre.